Nel mondo del diritto, la preparazione tecnica è fondamentale, ma oggi non è più sufficiente. Accanto alle competenze giuridiche, i professionisti del settore legale devono possedere un ampio ventaglio di soft skill per affrontare con efficacia le sfide quotidiane. Che si tratti di un avvocato, di un notaio o di un magistrato, la capacità di comunicare, negoziare, risolvere conflitti e gestire il tempo rappresenta un vantaggio competitivo, oltre che una necessità. Le soft skill non sono un ornamento del profilo professionale, ma un requisito sempre più richiesto, anche nei bandi pubblici e nei processi di selezione. Secondo un’indagine del World Economic Forum, entro il 2025 le competenze trasversali più richieste includeranno il pensiero analitico, la resilienza e la leadership. Questo vale anche per i professionisti del diritto, chiamati a prendere decisioni complesse, spesso in situazioni ad alta pressione.
Le soft skills dell’avvocato: l’arte della persuasione e la gestione dell’empatia
Per l’avvocato, la comunicazione persuasiva è una delle soft skill più critiche. Deve essere in grado di costruire argomentazioni solide, ma anche di esporle con chiarezza, adattando il tono e il linguaggio all’interlocutore: giudici, colleghi, clienti. A ciò si aggiunge la necessità di ascolto attivo, empatia e gestione delle emozioni, soprattutto nei casi più delicati. Un’analisi condotta da LinkedIn ha evidenziato come il 41% dei recruiter faccia fatica a trovare candidati con capacità di comunicazione e problem solving, che sono tra le competenze più richieste, oltre alle conoscenze tecniche. Per un avvocato è inoltre indispensabile avere capacità di negoziazione e di gestione dei conflitti perché sono caratteristiche che servono per raggiungere accordi vantaggiosi, sia in ambito stragiudiziale sia in tribunale.
Le soft skills dei notai: precisione, responsabilità e orientamento al cliente
La figura del notaio è spesso associata alla massima affidabilità, e le soft skill richieste riflettono proprio questa esigenza. La precisione è fondamentale, ma deve essere accompagnata da una spiccata capacità di problem solving, per affrontare situazioni complesse dal punto di vista normativo e trovare soluzioni conformi alla legge ma vantaggiose per le parti coinvolte. Sempre più richiesto anche l’orientamento al cliente: il notaio moderno non si limita a redigere atti, ma deve saper comprendere le reali esigenze delle persone, spesso non esperte di diritto, comunicando in modo chiaro e rassicurante. Le doti relazionali diventano così centrali, specie in un contesto in cui la digitalizzazione spinge verso una maggiore trasparenza e accessibilità del servizio notarile.
Magistrati: analisi critica, leadership e gestione dello stress
La professione del magistrato richiede doti fuori dal comune. Non basta conoscere a fondo la legge: è necessario saper interpretare il contesto, valutare con imparzialità e prendere decisioni che avranno un impatto significativo sulla vita delle persone. Tra le soft skill fondamentali spiccano la capacità di analisi critica, l’equilibrio emotivo, la leadership e la gestione dello stress. Come si legge anche in questo articolo su come diventare magistrato dal sito di Unicusano, abilità comunicative e attitudine al problem solving sono in cima alla lista delle soft skill richieste a chi intraprende questo percorso. La responsabilità del ruolo impone anche una grande capacità di ascolto, sia nei confronti delle parti che degli altri operatori della giustizia. Secondo un report del Consiglio Superiore della Magistratura, i programmi di formazione per i nuovi giudici e pubblici ministeri includono moduli su gestione dello stress, empatia e comunicazione assertiva, a testimonianza del ruolo centrale delle competenze trasversali nella pratica quotidiana.